Secondo le linee guida della Società Europea di Urologia (EAU), la disfunzione erettile è definita come l’incapacità persistente di raggiungere e mantenere un’erezione sufficiente per permettere un rapporto sessuale che sia soddisfacente. Recenti indagini epidemiologiche hanno dimostrato che questa patologia rappresenta uno dei disturbi, riguardanti la salute maschile, più diffuso nel mondo.
Diversi fattori possono contribuire all’insorgenza di questa problematica: uno stile di vita sedentario, l’obesità, il fumo di sigaretta, il diabete sono solo alcune delle principali condizioni che contribuiscono allo sviluppo di questa patologia. Ma come si può far fronte a questo problema?
È innanzitutto fondamentale che il paziente superi l’imbarazzo iniziale e si rivolga prontamente ad un andrologo che sappia indicargli il trattamento più corretto, definito sulla base della malattia e delle caratteristiche del soggetto.
Il pilastro fondamentale per il trattamento della disfunzione erettile è rappresentato dalla correzione dei fattori di rischio che posso determinarla/aggravarla. Aumentare l’attività fisica quotidiana, la cessazione del fumo di sigaretta, la correzione degli squilibri pressori e del profilo lipidico sono interventi che possono di per sé risolvere il problema e migliorare la salute globale dell’individuo. Esistono anche delle terapie farmacologiche, la cui somministrazione non può ovviamente prescindere dalla correzione dei fattori di rischio, che aumentano la qualità delle erezioni dei pazienti. Tre sono le principali linee di trattamento: i farmaci da assumere per via orale, le iniezioni intracavernose (e/o la combinazione tra iniezioni e farmaci orali) ed infine l’impianto delle protesi peniene, che risultano particolarmente indicate in coloro che non rispondono alla terapia farmacologica o che vogliano risolvere in maniera definitiva questo disturbo. La protesi peniena è un dispositivo medico che si impianta mediante procedura chirurgica in pazienti con deficit erettile di tipo organico, di diversa origine, non suscettibile di terapia farmacologia. I dispositivi possono essere suddivisi, sulla base dei criteri costruttivi e di funzionamento, in due grandi categorie: non-idraulici ed idraulici.
Le protesi non-idrauliche, anche dette semirigide, comprendono le protesi soffici, le malleabili e le meccaniche (ormai poco utilizzate). Le protesi idrauliche si suddividono in base al criterio di progettazione e realizzazione del meccanismo di gonfiaggio in modelli monocomponenti, a due componenti e a tre componenti. I vantaggi delle protesi malleabili sono, oltre alla facile gestione da parte del paziente, una bassissima percentuale di rottura, una buona capacità penetrativa e costi relativamente contenuti. Gli svantaggi sono la non perfetta simulazione della detumescenza e la mancata sensazione soggettiva dell’erezione, questi dispositivi trovano il loro utilizzo ideale nei pazienti con ridotta abilità manuale non in grado quindi di attivare gli impianti idraulici.
Le protesi semirigide, invece, simulano bene la rigidità naturale, non necessitano di attivazione, è praticamente impossibile la loro rottura ed hanno costi relativamente bassi. Gli unici svantaggi sono rappresentati dalla mancata dissimulazione; il pene appare sempre della massima lunghezza ed anche in mancanza di erezione è semiorizzontale. Per sopperire a questi disagi si preferisce impiantare le protesi idrauliche, di gran lunga le più usate. Queste ultime si distinguono in bi e tri-componenti. Le prime sono composte da due cilindri gonfiabili che si inseriscono all’interno dei due corpi cavernosi e da un pompa–serbatoio sistemato nello scroto. Le tricomponenti hanno in più un serbatoio più grande che si inserisce nell’addome. Queste ultime sono da preferirsi poiché offrono il miglior risultato sia dal punto di vista estetico che funzionale.
Oggi, in Italia, la chirurgia protesica peniena ha acquisito sempre maggiore importanza tanto che da alcuni anni è stato creato, dalla Società Italiana di Andrologia, il Registro INSIST-ED che si propone di raccogliere prospetticamente i dati dei pazienti candidati a impianto di protesi peniena. Il registro è costituito da un database multi-istituzionale compilato da 43 chirurghi al momento dell’intervento su un sito dedicato. ll Registro ha tra i suoi obiettivi quelli di permettere di comprendere l’impatto della protesi peniena sulla qualità di vita dei soggetti impiantati, di fornire un panorama realistico sulla dimensione dell’implantologia protesica peniena in Italia, e di permettere l’elaborazione dei dati raccolti, con in prospettiva loro valorizzazione presso la popolazione, presso le Istituzioni e in ambito scientifico. In esso vengono principalmente raccolti dati riguardanti le caratteristiche dei pazienti (circa 600 pazienti ad oggi), l’eziologia della disfunzione erettile, il tipo di protesi utilizzato ed anche dati socio epidemiologici relativi a questi interventi.
La disfunzione erettile è un problema diffuso, importante per la qualità di vita del paziente e che per questo motivo non deve essere sottovalutato. Ad oggi gli andrologi italiani e la Società Italiana di Andrologia cooperano attivamente e quotidianamente per migliorare la qualità delle cure dei pazienti anche attraverso l’impianto di protesi peniene, una valida possibilità di trattamento, che per molti pazienti rappresenta la soluzione definitiva al problema.